PODCAST

CC#005 RozzElla

CC#005 September 2019 with Rozzella

Avete mai pensato di unire attivismo maturato con anni di lotte ed esperienze di autogestione e autodeterminazione con la voglia di vivere anche la notte come una nuova dimensione sociale e culturale?

Un unione per RozzElla che si riflette anche a livello geografico, tagliando tutta l’Italia orizzontalmente dalla provincia di Taranto fino alla Costa Toscana. Un esplosione di energia pura, questa è la regina indiscussa di Club Cultura, signori e signore, diamo un caloroso benvenuto a RozzElla (bio qui).

Domenica Carella all’anagrafe, RozzElla il suo moniker; un’attivista con tutti gli attributi del Dj da grandi numeri. Dopo tanti anni di esperienze tra rave, free parties e promozione culturale oggi ci presenta il suo lato più squisitamente orientato alla musica dance.

Un mixtape che parte dalle origini della musica House per scoprire nuovi orizzonti nelle grandi feste e nelle corti internazionali della musica dance. Un mix fresco ed esplosivo, in fondo ci vuole anche tanta voglia di vivere!

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Mooder PODCAST

CC#004 Møøder

CC#004 September 2019 with Møøder

Quarto appuntamento con i podcasts made in Club Cultura. In questo episodio Møøder (bio qui) ci propone una selezione di sonorità profonde a cavallo tra House, Techno e atmosfere più Ambient.

Quando si esibisce dal vivo ci piace definirlo come un Neapolitan groove, date le sue origini partnopee: un insieme di ritmo e vivacità sulle basse frequenze che non ti fa smettere di muoverti. La sua abilità in consolle e la sua capacità di sentire il pubblico acquisita con anni di free parties e serate organizzate con diverse crew nei locali della costa toscana e non solo, fanno di Møøder un principe della notte.

Negli ultimi tempi sta sviluppando anche il lato della produzione con diverse uscite per Frabon Recordings and No-Attitude dove si può sentire la vena passionale, legata all’amore per la vita e la socialità.

In questa chiave di lettura digitale Møøder cerca di esprimere anche un lato più melodico e oscuro. Per la serie chi lo conosce lo teme… in questo caso chi lo conosce non può smettere di apprezzarlo per la sua grande capacità di esprimersi a più livelli, per il suo estro – complice la sua Napoletaneità – e la sua grande energia.

PODCAST

CC#003 Sterling

CC#003 September 2019 with Sterling

Oggi vi presentiamo un bel mixato preparato per la serie Club Cultura da uno dei fondatori del Pisa Underground Movement, autore di spicco del duo Tribalanza: Sterling (bio qui).

Sterling è un Dj e produttore molto attivo; un amante della notte e di tutte le sfaccettature della musica elettronica. Negli ultimi anni da solo e assieme ad Alessandro del Fabbro con il progetto Tribalanza ha segnato diverse uscite su etichette internazionali come Traum, Opilec e Perplex!

Una ricerca in costante divenire la sua, sia a livello musicale che di estetica del suono. Ma non solo. Si contraddistingue anche per la tanta passione e voglia che ha di mettersi in gioco. Queste doti unite allo studio e alla costanza hanno fatto di lui un vero e proprio killer del dancefloor.

Per l’occasione ci propone una selezione di sonorità di elettronica internazionale, nella quale emergono anche altri produttori dell’area pisana che di recente si stanno distinguendo a livello mondiale. Forse Pisa non è New York per la vita notturna e le connessioni sul jet set della musica elettronica, ma di certo negli ultimi anni sta sfornando – uno dopo l’altro – diversi progetti che hanno dimostrato qualità e che stanno influenzando la scena mondiale. Pronti alle danze, buon ascolto!

SorryCat PODCAST

CC#002 SØRRYCAT

CC#002 September 2019 with SØRRYCAT

Ci risiamo, un altro bel elemento che si affaccia all’orizzonte. Lui doveva nascere in qualche tribù dell’Africa del sud probabilmente, quantomeno avremmo potuto comprendere meglio questa sua passione e capacità di sfornare ritmo.

Un altro pisano che si sta guadagnano molto interesse sul fronte della produzione musicale. Parliamo del nostro Afro-melodico SØRRYCAT (bio qui), che è al secondo appuntamento con la nostra serie di PODCAST targati Club Cultura.

Come il suo compagno Sterling anche SØRRYCAT in questa puntata porta alla luce, non solo il suono che per lui contribuisce a ridefinire un’idea di cultura Club, ma anche quei produttori dell’area Pisana come gli Undercatt che negli ultimi anni si stanno distinguendo nel panorama mondiale. Da questo punto di vista Pisa non appare più come la città della Torre Pendente ma come una piccola Detroit.

Forse questa è una selezione più dritta o comunque più orientata alle sonorità Techno e Dark-Melodic rispetto al primo mixato che aveva una matrice più house o comunque groovie. Beh da lui ci possiamo aspettare di tutto, come fu del resto anche il suo matrimonio, una festa in pieno stile Club Cultura, con live e Dj set fino a tarda notte!

Collabora con noi

Call for dancers

PUM Factory è orgogliosa di lanciare un nuovo progetto transmediale, nella ricerca tra musica elettronica, danza e video arte: “Tempo to Tempo” Ep.1

Il progetto è ideato in collaborazione con la Parallelo Dance storica compagnia di danza. 

L’idea vuole esplorare il confine tra la danza tribale e quella occidentale per riscoprire la matrice del tempo. Verranno analizzate strutture antropologiche di varie culture al fine di ottenere una congiunzione tra passato, presente e futuro. Si prevede lo sviluppo di cinque Episodi sul tema.

L’audizione e indirizzata a danzatori, danzatrici e performers per la realizzazione in video dell’Episodio1.

Il progetto “Tempo to Tempo” verrà proposto in festival nazionali e internazionali.

L’audizione verrà effettuata il giorno mercoledì 15 Luglio 2020 a partire dalle ore 18:30 a seconda dell’ordine delle adesioni pervenute. L’Audizione si terrà presso la sede della Parallelo Dance in Via Coccapani 54 Pisa c/o Mistral.

Il progetto è indirizzato a chi ama la danza, a tutti gli artisti motivati dalla voglia di sperimentare nuovi percorsi e dal desiderio di contribuire alla realizzazione di contenuti innovativi nel campo della danza e dei linguaggi multimediali arricchendo o consolidando le proprie esperienze performative.

Si collaborerà con artisti che offriranno un’esperienza e un expertise internazionale nel campo della danza e dei linguaggi multimediali.

È richiesta un’età minima di 18 anni compiuti. 

danza
Inviare una candidatura con:

Una breve descrizione dei propri studi/formazione professionale (max 200 parole). Chi fosse in possesso di un mini clip, è gradita la visione.

Info e candidature:

parallelodance@gmail.com                                       info@pumfactory.it

Testo integrale della call qui

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    Brucio - autonomia Factory Asks

    Marco Degl’innocenti

    Underground come ricerca della propria autonomia

    Con estremo piacere vi portiamo oggi alla scoperta dei pantoni segreti di un talentuoso artista a cui siamo molto affezionati. Marco è uno che l’underground o le produzioni dal basso, o meglio ancora, le autoproduzioni le vive in totale autonomia. Lui si distingue con quell’intensità e passione che è davvero rara da trovare in giro oggi come oggi. Lui si fa chiamare Brucio.

    Inizia la sua carriera nel 2008 disegnando per diversi festival musicali e LP.

    Nel 2009 inizia a esporre le sue opere in locali e Festival in giro per l’Italia. Fin dall’inizio il suo lavoro si estende su diverse aree del design e dell’arte, pittura acrilica, illustrazioni di libri, così come fumetti e graphic novel, volantini e copertine di dischi e decorazioni murali.

    Ha organizzato eventi e mostre d’arte in Liguria e Toscana (molti si ricorderanno la sua mostra a Pisa presso l’Arsenale). In aggiunta, tiene corsi e laboratori su disegno e musica.

    Paint by Brucio
    Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    Beh di sicuro in autonomia. Ho iniziato disegnando lettere (Crazy/Bruh/Brucio). Ovvero quel tipo di grafica fatta di outline-inline che mi ha influenzato molto nei fumetti per le linee spesse e nette e nei quadri acrilici per le campiture.

    Disegnare o produrre qualcosa è sempre stato un antidoto alla solitudine e ai pensieri ossessivi, che in questo modo si trasformano in qualcosa che mi fa stare bene sia nell’azione che nel prodotto finale.

    A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    Se intendiamo “ispirazione” come corrente artistica, allora a partire dal writing anni 90-00 da cui ho imparato le linee e i movimenti taglienti, il fumetto underground italiano degli anni ottanta sia per temi che per atmosfere, e infine l’arte psichedelica (Bad Trip artista mio concittadino in primis per i colori forti e la sensazione di movimento continuo delle opere).

    La distorsione da “fumettaro” mi fa ricercare sempre storie diverse

    Tuttavia devo dire che l’ispirazione vera e propria della mia produzione è da ricercare di più nella vita quotidiana. Questo perchè la distorsione da “fumettaro” mi fa ricercare sempre storie diverse nelle persone interessanti che incontro. Immaginate gli inconvenienti che mi capitano, e così mi ritrovo nelle incomprensioni e nella voglia costante di scappare via da tutto, mi perdo in paesaggi vivi, psichedelici e vuoti allo stesso tempo.

    Paint by Brucio
    In quanto “artista” qual’è la tua massima aspirazione?

    Forse cercare di far capire quello che c’è dentro i quadri e i disegni.

    Lo sforzo il lavoro di ricerca in autonomia continua per trovare una tecnica originale e un modo diverso di fare le cose, tra cui anche riuscire a camparci non mi dispiacerebbe, ma questo è un altro discorso eh!.

    C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    Produco un sacco di disegni diversi, per capirsi, dai volantini dei miei amici della mitica “Baracchetta” a Lerse, fino ai fumetti e ai quadri.

    Quando ero più giovane mi interessava di più dare un’interpretazione univoca. Spesso polemica e critica della  realtà, (il mio amico Baldu diceva che prima facevo dei disegni più intelligenti).

    Ora mi interessano più le suggestioni. Dare due input per innescare un ragionamento aperto più che esprimere un messaggio o una soluzione a qualcosa che dipende da dinamiche che non conosco (logico che delle idee di fondo ci sono).

    Forse l’unico modo in cui mi sentirei snaturato sarebbe quello di cercare di dare un’interpretazione univoca della realtà imposta da altri...

    In questo senso la pubblicità mi mette un po’ in difficoltà (diverso è il caso della Baracchetta dove condivido tutto il modo di fare), oltre probabilmente a non avere i mezzi tecnologici per farla in quanto disegno per lo più a mano e preferisco usare il computer il meno possibile.

    Paint by Brucio
    Che cosa vuol dire underground per te?

    Ho sentito recentemente una trasmissione su Radiorogna dove parlavano di quando la parola underground è stata iniziata ad usare in relazione ai movimenti culturali e in opposizione alla cultura di massa e dell’intrattenimento (mi sembra 1961, Duchamp).

    Oggi spesso viene forse usata a sproposito o non ha un confine definito, forse è sempre stato così o forse è proprio così.

    Negli anni culture che si potevano definire “underground” sono state metabolizzate

    Rimasticate e riproposte in una veste diversa a livello mainstream, dalla moda alla musica, basti guardare la cultura hiphop, la street art ma anche la musica Dark, l’Indie e tante altre…

    Per quel che mi riguarda ho sempre preferito cercare di tenermi un po’ fuori dai tormentoni e da quelle espressioni facilmente etichettabili che spesso magari garantiscono un successo più facile o un accesso più semplice a quelli che sono i circuiti “alternativi” in termini di serate eventi ecc…

    Nel momento in cui tutti vogliono fare la stessa cosa è probabile che la qualità si diluisca o lo stesso messaggio possa essere usato per veicolare altri significati così come la stessa parola può avere più significati.

    Forse per me “underground” significa proprio una diversità di approccio e un’autonomia di contenuti rispetto a quelle che sono le correnti più in voga in un determinato momento storico.

    Questo non vuol dire che la mia produzione abbia un valore maggiore, anzi!, spesso mi posso permettere di sbrodolare o fare cose a caso per il gusto di farlo.

    Le mie cose non hanno la pretesa di essere “underground”. Alcuni quadri o temi ricorrenti più decorativi e naturalistici, potrebbero rimanere uguali nell’immagine anche se entrassero in un circuito più grande.

    forse, se si esclude l’impacchettamento e il fatto che i supporti son presi per lo più dalla rumenta

    Lo sono perché girano in ambienti diversi dalle gallerie, altro discorso credo che valga per i fumetti più abbozzati e genuini che sono praticamente invendibili.

    Paint by Brucio

    Per paradosso in alcuni casi è il mercato a definire cosa sia una cosa e cosa l’altra. Basta pensare a come certi argomenti oggi di gran moda, in passato erano un tabù, oppure a come certi supporti diventano oggi quasi dei feticci.

    In definitiva: forse mezzi/contenuti/media/moda/mercato/attitudine.
    Nel tempo che stiamo vivendo cosa dovrebbero fare le nuove generazioni?

    Non mi sento nella posizione di dare consigli a nessuno!. Quello che penso l’ho già scritto sopra, buona fortuna…

    Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? E che ruolo possono avere i piccoli gruppi e le associazioni come la nostra molto legate al proprio territorio e alla comunità di riferimento, che si muovono nel sottobosco di molte provincie e periferie italiane tra sopravvivenza, controcultura e ricerca di una scena?

    Ora come ora è bigia la situazione tutti a casa, ma le associazioni come PUM, per me sono state sempre un punto di riferimento, basta pensare le tante volte che vi sono venuto a trovare da Spezia e da Firenze a Pisa. Anche a Sp e a Fi ci son associazioni fotoniche Axmo, Three Faces, il laboratorio Artistico o realtà come Mescaleroscrew, Lo-ficomics, TypeKonnektion Crew e tante altre.

    Con questo virus dev’essere pesante andare avanti, soprattutto per alcune situazioni specifiche che non riescono a finanziarsi e continuano ad avere spese fisse.

    Spero che il terreno mantenga fertile oltre che per le associazioni anche per i centri sociali e i piccoli locali illuminati che continuano a far qualcosa di concreto in autonomia tra attività, mostre, laboratori e concerti, speriamo di ri-brindare presto.

    Grazie per la tua disponibilità e la bella chiacchierata Marco, a presto!

    Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista

    Links:

    Telebrucio facebook

    Brucio Instagram

    LO-ficomics

    Mescaleros

    Typeconnection

    Threefaces


    Edited by Daniele V. One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.)

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      Populous - Europe-pic-by-Ilenia-Tesoro-scaled.jpg Break the Wall

      Populous

      A metà fra mente e corpo

      Intervista a Populous

      Quale sarà il destino post-pandemia per la cultura e in particolare per tutti gli operatori e lavoratori culturali, di certo non lo possiamo ancora intravedere. Tuttavia, riprendendo le parole di Tim Exile in una sua recente intervista uscita su Medium, sappiamo con certezza che nel 2019, il 96% dei diritti musicali sono stati incassati dal solo 4% dei top musicisti.

      Se e vero che la pandemia ha dato un durissimo colpo a tutto il settore, è altrettanto vero che “l’industria della musica” prima di questo colpo non lavorava comunque per i milioni di musicisti indipendenti e appassionati che, nonostante tutto continuano a fiorire intorno a noi.

      “Un’arte diversa, più giusta e più resistente sta nascendo intorno a noi. Si concentra sulla creazione di comunità piuttosto che di soli contenuti e il blocco globale accelererà i suoi progressi”.

      Allora con questo “ritrovato” slancio non vediamo l’ora di lasciare quello che si potrebbe chiamare un dark past per un migliore e speriamo più luminoso futuro. Su questa linea e in questa direzione, ci muoviamo in questa nuova puntata di Break The Wall con un ospite davvero speciale che ringraziamo di cuore per la sua disponibilità e grande sensibilità.

      Populous è un artista di grandissimo spessore per la scena elettronica italiana e internazionale che si muove sui confini del noto e del sottobosco sin dal 2003, quando esordì con i primi pezzi per l’etichetta di Berlino Morr Music. Lo ringraziamo infinitamente per questo suo prezioso contributo nella ricerca di portare nuova conoscenza nella Cultura Club.

      Prima di cominciare vi ricordiamo qui il precedente numero di #BtW. Buon Viaggio!

      Cosa è per te la Club Culture?

      Penso sia qualcosa esattamente a metà fra mente e corpo. La cultura da club non è solo andare a ballare, è andare a ballare sapendo dove e come farlo. Ma sopratutto sapendo COSA andare a ballare.

      Un disco che la rappresenta?

      Un disco, anzi forse meglio un nome, che mi catapultato in quella dimensione è stato “Leftism” dei Leftfield.

      Letfield - cultura
      Foto Dj MAg
      Quale è la Club Culture che vorresti? 

      Non c’è una cultura che vorrei, non una in particolare almeno. Non mi interessa spingere una scena più di un’altra. Ho i miei dj preferiti, i miei festival di riferimento, i media che consulto più spesso. Questo non vuol dire che non segua anche altro. Sono sempre curioso di sapere cosa succede negli altri dancefloor, cosa balla la gente quando suona tizio o perché vada a ballare su quell’isola o in quel club sotterraneo. L’importante è che ci sia sempre coscienza, stile, ricerca. 

      Populous - cultura
      Populous by Joana Ferreira
      Parlaci dei tuoi ultimi lavori: quali sonorità, quali ritmi stai tirando fuori dal tuo cappello magico?

      Ho passato anni ad ascoltare quella che qualcuno definirebbe “moderna world music”. Sono davvero contento e orgoglioso di questo percorso. Sento di aver raggiunto una sorta di diploma, in cui ho prima studiato, poi testato e infine interiorizzato ritmi non europei. Ora quei ritmi sono parte di me. Ma non ho più voglia ne stimoli nel volerlo mostrare per forza. Non ti verrò più a sbattere in faccia che sto facendo cumbia e dembow, lo faccio e basta perché ormai non me ne rendo più nemmeno conto. Forse il nuovo disco è solo un po’ più dancefloor degli altri. O forse no. Non sono bravo a capire certe cose.

      Nicola Napoli - cultura
      Fonte Rumoremag: Artwork di Nicola Napoli del nuovo album di Populous, in uscita il 22 maggio per Wonderwheel Recordings e La Tempesta International
      Cultura e Arte sono tra le più colpite dalle necessarie attuali misure emergenziali a causa della loro profonda necessità di relazioni sociali, di eventi in-presenza, di partecipazione. Succede però che, in maniera forse inaspettata, si è messo in moto un meccanismo spontaneo in cui si sta diffondendo sempre di più una produzione e una fruizione artistica e culturale online sia a livello quantitativo (un’esplosione di performance, dj- e live-set, ecc.), che qualitativo (il mezzo – telecamere, tecnologie di comunicazione a distanza alla portata di tutti – che dà vita a oggetti culturali nuovi e mai visti). Una produzione e una fruizione dal basso, orizzontale e diffusa. Cosa ne pensi? Sta nascendo un nuovo underground?

      Questa roba stravolgerà tutto. Ovvio che toccherà anche la cultura. Sta modificando equilibri umani, facendo mutare amicizie, relazioni, rapporti lavorativi, tutto. Anche la cultura verrà cambiata. Non ho ancora avuto modo di fermarmi a riflettere, ma è esattamente in situazioni come queste che l’underground (ri)nasce, si rafforza e resta impresso nella mente delle persone. 

      Cosa pensi che ne resterà a emergenza finita (oppure è troppo presto per parlarne)?

      Quando prima dicevo che non avevo ancora avuto modo di pensare era proprio a questo che mi riferivo. La gente imparerà qualcosa da tutto questo? Capirà che c’era qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro comportamento? Alcuni si. Ma altri, con quella sensibilità di merda che si ritrovano, ci metteranno un paio di settimane a rimuovere tutto e ricominciare a comportarsi da coglioni. Se questa cosa può in qualche modo essere stimolo per migliorare certi aspetti malati e insostenibili della scena club, ben venga.

      Martina Loiola - cultura
      Pink by Martina Loiola

      Links:

      W sta per Women” insghts sul nuovo album di Populous su Rumoremag

      Il nuovo ritmo di Populous, intervista sul penultimo lavoro dell’artista “Azulejos” (soundwall)


      Rozza - cultura

      Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

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        Break the Wall

        Direct Y & Nodezero Electronics

        La Musica al Centro, e in particolare l’Electro

        Intervista all’artista e produttore romano Direct Y 

        Oggi ci sposteremo nella musica della Capitale per Break the Wall. Si, avete capito bene, quella Roma della “rave generation” e parleremo di Underground: quello fatto di spazi sociali e di energie positive in cerca di una collocazione “stabile” sul territorio; di Club Culture e di aggregazione. attorno alla musica.

        Oggi esploreremo l’Electro con la “E” maiuscola. Non si tratta di una moda effimera, ma piuttosto di una perpetua parte di un percorso musicale che ha abbattuto le regole del tempo.

        Si avete capito bene! Oggi parleremo di produzione musicale indipendente.

        Lo faremo con un artista davvero interessante e poliedrico, passando attraverso la sua “spaziale” label.

        Oggi vi presentiamo con molto piacere, Fabrizio Rega aka Direct Y che assieme al socio Ivan Zanon (AHK) ha fondato da anni quella splendida realtà musicale che si chiama Nodezero Electronics e nella quale possiamo ridefinire il suo Electro made in Roma.

        Direct Y - Musica
        Nodezero official Logo

        Se vi va di perdervi tra le loro produzioni, vi assicuriamo che ne rimarrete colpiti. Troverete dei suoni “nuovi” ed energici accompagnati a delle ritmiche coinvolgenti e con quel pizzico di oscurità che ti lasciano semplicemente a bocca aperta. Prima di continuare, vi consigliamo di prendere un po’ di tempo. Alzate il volume. Se vi siete persi il precedente numero di #BtW, oppure è la prima volta che vi trovate qui, questa è una rubrica di UNDER-BLOG che vuole portare nuova conoscenza nella Cultura Club, ogni volta con il prezioso e fondamentale contributo degli ospiti che intervengono.

        Un vero e proprio percorso di ricerca nella speranza di contribuire a riscrivere una nuova pagina di CC! Buon Viaggio!

        Chi sei?

        Mi chiamo Fabrizio, sono di Roma, faccio musica elettronica con lo pseudonimo Direct Y e sono un papà.

        Quale musica elettronica ti rappresenta?

        L’Electro.

        Quando è iniziato questo amore?

        Vengo da un quartiere (Ostia Lido) dove nei primi 2000 la mia generazione aveva già un’eredità elettronica che veniva direttamente dal territorio.

        Ad Ostia esisteva una realtà chiamata Spaziokamino (SPZK), che negli anni 90 è stato parte di un movimento culturale “rave”, poi sgomberato nel 2001. Da questa esperienze le energie e i giovani attivi della zona furono dislocate su diverse realtà e posti che non citerò.

        Personalmente ho contribuito con degli amici all’organizzazione di party fatti con energie totalmente locali e senza guests, a meno di qualcuno che aveva più esperienza degli altri. Il contesto prevedeva l’interazione con l’audio, la console, l’acid techno e una non semplicissima gestione di situazioni sociali che includevano il consumo di sostanze stupefacenti.

        “Energie locali, senza guests, e con la musica al centro”

        In quel periodo facevo musica con un collettivo chiamato AudioResistance che già da diversi anni faceva uscite e compilation rivendicando un modello do it yourself e no copyright. Eravamo discretamente attivi sia nella produzione che nell’ascolto di materiale e ci sono ancora testimonianze del lavoro di quegli anni. Anche se non c’era un riferimento ad una vera e propria produzione discografica, molti artisti che parteciparono al progetto erano validissimi e sono tutt’ora attivi.

        Successivamente a quell’esperienza nel 2010 ho creato il collettivo Nodezero che è poi divenuto la label “Nodezero Electronics” portata avanti da me e il mio socio Ivan (AHK) incentrata sullo stile Electro, che ormai era divenuto per me un riferimento che mi permetteva di spaziare tra viaggi cosmici e break più orientati al dancefloor.

        Cosa ne pensi della Club Culture nella tua città e oltre?

        Roma è una grande città e inevitabilmente ci sono diversi club che fanno musica e proposte interessanti, ma è un sistema fatto di piccole organizzazioni, guests e tanto capitalismo.

        Credo che in tutti questi anni non sia stato raggiunto un obiettivo a parer mio fondamentale: quello di alimentare le scene musicali del territorio. La mia città è un grande contenitore di energie e di tanti artisti che non hanno nulla da invidiare a nomi affermati del settore, ma ci sono poche valvole di sfogo, il confronto con la maggior parte dei proprietari dei locali si fa con i numeri e si rischia di incappare in pericolose avventure con alte possibilità di fallimento economico.

        “Bisognerebbe alimentare le scene musicali del territorio”

        La chiave potrebbe essere proprio la lungimiranza dei proprietari e dei gestori di club, chi di questi ha un background specifico ed è spinto dalla passione e dall’amore per quello che sta facendo, ha in mano un’arma potentissima. Bisogna metterci dentro la Culture, altrimenti è solo un Club, per quanto confortevole esso sia.

        Quali sono le principali criticità?

        Forse le ho appena descritte.

        Cosa possiamo fare per migliorare l’attuale Club Culture?

        Non credo di avere la soluzione in tasca, probabilmente si tratta di investire cercando di far parte di un network incentrato sulla musica e costituito da produttori, dj, etichette, studi, tecnici, negozi di dischi, uffici stampa, club e distribuzioni, che si supportano a vicenda e mirano a creare solidi rapporti, spinti da un’energia di base: la musica, che dovrebbe essere sempre al centro della narrazione.

        E quali sono i pro (e i contro)?

        Domanda di riserva?

        Quali sono gli aspetti positivi del fare musica al giorno d’oggi?

        Fare musica, come le altre forme d’arte, ci permette di distrarci per un po’ dall’implacabile ritmo della nostra società globalizzata, di prenderne dei pezzi, rielaborarli e “talvolta” rivomitarli con eleganza ed ispirazione.

        Quali sono le sensazioni che hai verso il tuo ultimo EP / album?

        Sono molto positivo (nonostante mentre sto scrivendo le risposte a queste domande mi trovi in isolamento per lockdown covid-19) e nell’ultimo periodo ho collaborato con diverse persone, artisti che sono poi divenuti degli amici. La mia etichetta, Nodezero Electronics, ha diverse uscite su cui lavorare ed è in corso di preparazione “Spin Sonic Division 3”, compilation annuale che rappresenta a pieno la rete che siamo riusciti a costruire partendo proprio dal territorio, che come di consueto conterrà un mio pezzo. Consiglio vivamente di ascoltare la precedente, “Spin Sonic Division 2” a volume sostenuto.


        Links:

        Direct Y – Facebook

        Nodezero – Bandcamp

        Soundcloud

        Facebook

        Direct Y – The Electric Sheep – intervista su The Formant

        Direct Y - Musica
        Direct Y, The Electric Sheep
        BIO (EN – written by Mischa Mathys)

        Direct Y, aka Fabrizio Rega, has forged a unique musical sound from the Electro language of machines. It’s a language the artist knows intricately, translating it for the dystopian club land of Italy through tech-hybrid tracks that range from Electro to four to the floor Techno. Making his initial mark in 2006 with the aptly titled Human Vs Computer, Direct Y cemented the ideas behind his music within the bowels of the no-copyright project, Audioresistance.

        It was through this project where his abstract view of the dance floor was first established, taking its cues from the underground rave scene of Rome and classic science fiction novels. Nodezero followed in 2008 and alongside AHK, Direct Y has been using the outlet to deliver the subterranean sounds of Europe’s nightlife to the world including that of the collective’s two remaining members.

        The project, re-launched in 2012 as the independent label Nodezero Electronics, has been a nurturing environment for both AHK and Direct Y, allowing the latter the freedom to mature and develop his artistry since 2012, and leading to the seminal EP, Electric Sheep.

        Direct Y continues to be a staple in Rome’s underground electronic scene while his work persistently finds new avenues of exploration in the realm of the electronic beat, decoding the language of machines.


        Edited by Daniele V.

        One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.

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          artista daria palotti Factory Asks

          Daria Palotti

          Manteniamoci sensibili, vibranti, intelligenti e curiosi

          Recentemente su medium siamo incappati in un articolo di Devyn Springer molto interessante che cercava di descrivere il perché le parole “creativo” e “creativi” hanno poco a che fare con l’Arte e l’Artista con un ruolo nel processo di emancipazione, autonomia e indipendenza, andando invece nella direzione opposta, fianco a fianco con il mercato e la visione mercificata e capitalista del creare qualcosa. Questo numero molto illuminante concludeva rinnovando il ruolo dell’artista che con tutti i suoi potenti mezzi oggi come oggi può contribuire attivamente nel cambiare il mondo.

          Siamo molto felici di presentarvi qualcosa che va in questa direzione per Factory Asks. Non occorrono grandi gesti o parole per farvi capire come il processo artistico di Daria Palotti abbia in se i geni della rivoluzione. Basta ammirare le sue opere. Lei un’artista visuale che dipinge e modella, con un tocco sensibile, vibrante e intelligente, funzionale ad instillare il seme della curiosità in chi guarda. In fondo basta poco per attivare la scintilla del cambiamento.

          Per tutti quelli che apprezzano il lavoro di Daria e per quelli che oggi ne hanno scoperto l’esistenza. Per tutti coloro che sono molto curiosi e vorrebbero vederla all’opera, vi ricordiamo che domenica 3 Maggio, qui su #CCTv ospiteremo un live painting di Daria con la musica prodotta dal artista/musicista DEVICE (socializza l’evento).

          Come hai intrapreso questo percorso artistico?

          L’ho intrapreso fin da piccola, un po’ per scelta, un po’ per caso, un po’ perché avevo una predisposizione, e tanto incoraggiamento da parte della famiglia. Perché mi piaceva e continua a piacermi: sto bene quando dipingo, modello, quando in qualche maniera faccio arte. E mi viene da aggiungere che il percorso artistico e il percorso della vita non sono distinti.

          artista daria palotti
          Foto: Daria Palotti al lavoro
          Cosa ispira il tuo lavoro?

          Tutto quello che vedo, vivo, leggo, conosco, ascolto, tutto quello che mi piace e che non mi piace. Mi ispiro a tutto e tutti. Del passato e del presente.

          In quanto “artista” qual’è la tua massima aspirazione?

          Mi fa ridere che scrivi artista con le virgolette, anche perché, le metto sempre anch’io. Quando mi chiedono cosa faccio, solitamente, ci sono queste virgolette che aleggiano e rispondo nominando tutto quello che faccio senza mai usare la parola artista. Come se dire artista, fosse da superbi o fosse troppo, e qualcosa che non corrisponde al vero. Per poi finire a domandarsi: cos’è un artista, cos’è l’arte.. fai davvero arte? Non è artigianato? (Nessun artigiano si mette le virgolette.) Comunque l’aspirazione è… fare solo arte, vivere di arte, produrre arte. E aver sempre voglia e stimoli, di fare arte, e di migliorare sempre.

          C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

          No. La cosa che ricorre c’è, e sono io. Ma non mi sento di essere un messaggio.

          artista daria palotti
          Foto: Daria Palotti, Umano Germinare
          Che cosa vuol dire underground per te?

          Niente.
          Tutto.
          Sottoterra.
          Metropolitana.
          Inghilterra.
          Notte
          Alcol.
          Musica.
          Cultura
          Adolescenza, giovinezza.
          Rientri all’alba.
          Visioni.
          Sonno.
          Sigarette, acre, acredine.
          Punk.
          A bestia e non.

          Nel tempo che stiamo vivendo cosa dovrebbero fare le nuove generazioni?

          Non so cosa dovrei fare io, figuriamoci se so cosa dovrebbero fare le nuove generazioni. Spero che siano consapevoli, antifasciste, e attente ai diritti di ogni minoranza. Pacifisti. Artistici e poetici. Giusti. Impegnati, ecologisti. Ma questo lo spero per le nuove e per le vecchie generazioni. E per me. Ma non è facile fare come si dovrebbe.

          Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro?

          Bo – Direi che è la risposta migliore, (come nel finale dell’adorato film “C’eravamo tanto amati”). Bo! Non lo so.
          E non è che non lo so adesso, in seguito alla pandemia, non lo so in generale. D’istinto viene da pensar che andrà male, ma forse chissà, ci stupiremo di noi stessi. Comunque la risposta più sincera è “non lo so”. In effetti non so neppure pianificare il mio futuro a breve..da qui a qualche mese. L’altro giorno mi è stato chiesto, così all’improvviso, come m’immagino tra dieci anni..e non ho avuto nessuna risposta. Buio. Non riesco ad immaginare niente di diverso da adesso.
          Come vivere un eterno presente. La domanda mi era stata fatta per stimolarmi a pianificare il presente, per impostare il futuro, ma ha generato “panico”. Va bene pianifichiamo. O almeno proviamoci. Ma cosa aspettarci non lo so.

          artista daria palotti
          Foto Daria Palotti

          E che ruolo possono avere i piccoli gruppi e le associazioni come la nostra molto legate al proprio territorio e alla comunità di riferimento, che si muovono nel sottobosco di molte provincie e periferie italiane tra sopravvivenza, controcultura e ricerca di una scena?

          Mantenerci sensibili e vibranti. Intelligenti e curiosi. Allertati. Coscienti e consapevoli. Vivi.

          Grazie Daria, a presto!

          Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista

          Links:

          Visita il sito di Daria Paolotti per ulteriori info e vedere i suoi ultimi lavori


          Rozza - cultura

          Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

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