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Benvenuta ROADS!

Se l’underground cela il fascino del mistero che segue sempre la scoperta, allora il viaggio puó essere una continua scoperta di nuovi mondi fino a quel momento segreti, nascosti. 

Torna Roads per chi ama viaggiare e scoprire nuovi posti, nuove scene musicali, tra arte e cultura.

ROADS

Le cose che non hai mai visto sono nei posti dove non sei mai stato” (proverbio africano)


Nel 2012 nasceva su Radio ROARR la rubrica ROADS un altro viaggio. Oggi di quell’esperienza vogliamo recuperare qui sul nostro blog  la stessa apertura e curiositá nel cercare di descrivere il viaggio attraverso il vissuto nelle piú varie esperienze di vita, attraverso la cultura e l’arte delle diverse scene in giro per il mondo, le curiositá e i desideri, le problematiche sociali, politiche e culturali attraverso le avventure e i viaggi in altri luoghi, lontani dalle routine, che voi tutti chi piú, chi meno, avete compiuto almeno una volta nella vostra vita.

ROADS

Vogliamo cosí lanciare sul nostro blog una nuova rubrica che propone una vera e propria fuga dal rumore di fondo, uno slancio verso nuovi luoghi, oltre la corazza.

ROADS by PUM

Questa volta semplicemente “Roads“, nuovamente assieme a voi. Un nuova rubrica aperta a tutti voi per condividere le vostre storie, i vostri viaggi tra arte, cultura e nuove scene musicali.

Trovate la rubrica sul nostro PUM BLOG (clicca qui).

Mandateci materiale, condividete con noi le vostre esperienze, viaggiamo assieme!

Aspettiamo le vostre foto, racconti di viaggio, diari di bordo, idee.

Scriveteci alla mail: info@pumfactory.it

ROADS by PUM

GAD TIDHAR Factory Asks

Gad Tidhar

Desert music for a rich soul

Factory Ask meets today a really interesting artist, Gad Tidhar. He was born in Israel in 1983, and his musical education began with the guitar. At the age of twenty-two, he bought his first oud and started to explore the music of Turkey, Persia, and the Arab world. He studied Persian music for three years with tar virtuoso Piris Eliyahu, followed by oud with Nizar Rohana, and also traveled to Crete to study Turkish music with Ross Daly.

In 2009 he formed the Faran Ensemble with kamancheh player Roy Smila and percussionist Refael Ben-Zichry – the trio released their first album in 2013, have performed as far as Germany, the Netherlands, and Poland, and even appeared in a video by the band U2! He also founded the ‘Durbar’ trio in 2015, together with Jordi Pratz on sarod and various percussionists, to combine Persian and Indian music. In 2016 established ‘Lucid trio’ with two great artists from small Mitzpe Ramon. The first artist, Sigi Yadgar plays the piano, and the second Jacky Fay the cello.

Gad currently lives in Mitzpe Ramon, in the heart of the Negev Desert and we are really pleased to interview such a great artist like Gad for Factory Asks within Under-Blog.

01. How did your artistic career begin?

About ten years ago, a friend told me that there is one teacher I must go to. I had just started to play the “oud”. At that time, I was herding camels in the Negev desert. Traveling with 50 camels from place to place. Sleeping mostly outdoor, for about ten days a month, living an ancient version of life. After Reaching the teacher, I have understood that music is what have been searching. I have started to practice as much as I could and compositions started to come. A few years after, with that Roy Smila and Refael Ben Zichry, we have founded Faran.

"Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista" Factory Asks 0026
Gad Tidhar play oud in Nagev desert
02. What are the main sources of inspiration for your work?

Nature’s silence. Traveling in the desert or any other timeless landscape fills me with melodies.

03. As an artist what is your maximum aspiration?

Well, I don’t know.. I wish I had something like that. I wish to do soundtracks to amazing movies, to keep learning from the ancient traditions.

04. Is there a characterizing message related to your work?

Love nature. respect the creation.

artist Gad Tidhar
Gad Tidhar reflections
05. What does underground mean to you?

Creation moved by inner passion, ignoring functional thoughts and doubts.

06. What are your next projects?

I have some projects that I love and try to promote.
Lucid – the new trio of oud cello and piano
Durbar – the oud & sarod, Tombak & Tabla
, and Faran, the first professional project I have. Trio wishes Kamancha, oud, and percussions.

Thank you Gad for your precious interview!

Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
Some precious links:

Edited by Daniele V. One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.)

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    Martino Prendini Factory Asks

    Martino Prendini

    Video-sincrasie in full HD

    Un video-artista molto promettente: Martino Prendini. Lui non sa di preciso cosa fa. Nel suo sito c’è scritto “illustratore ed animatore 2d” ma è sempre un bel po’ difficile spiegare ciò che sta facendo e che vorrà fare. Video, illustrazioni, animazioni, live visual, ma d’altra parte le etichette contano poco, servono più per scrivere tag o compilare curricula che per altro. Di certo c’è che è nato a Rovigo nel 1985, che quindi ha passato i 31 anni, e che gli piacciono i contrasti e le contraddizioni, come la giustapposizione fra la concretezza delle arti tradizionali e le sperimentazioni dell’epoca digitale.

    Ciao Martino, benvenuto su Factory Asks!

    01. Come hai intrapreso questo percorso artistico?

    A dire il vero, il mio percorso da video-artista è sempre stato abbastanza strano ed un pò difficile da seguire ed identificare, almeno ad un occhio esterno. In ambito visivo ho cominciato con grafica e web design, mano a mano provando cose diverse, dall’illustrazione alle riprese live. Ultimamente mi affascina molto la glitch art, tutto ciò che compete una performance live visual e, naturalmente, l’animazione. Tendo a muovermi molto, in ambito creativo, da un lato per una questione di curiosità dall’altro perchè vivo molto a periodi… Posso smettere di disegnare a lungo, ad esempio, perché in un periodo mi coinvolge maggiormente lavorare con una camera. » probabile quindi che in futuro questo percorso potrà cambiare ancora, d’altra parte mi piace lasciarmi sorprendere.

    An Exit from Martino Prendini on Vimeo.

    02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

    Le influenze sono molte e molto differenti fra loro. Anzitutto la musica ha sempre avuto un ruolo chiave. Molto del mio lavoro si lega ad essa, ed anche quando non lo fa direttamente questa mi influenza nel processo creativo. Sono un divoratore di musica e piuttosto onnivoro, e difficilmente lavoro senza. Se devo pensare ad un’influenza specifica, le chine zen ad esempio sono state la ragione per cui ho cominciato a disegnare tanti anni fa. Nello specifico la copertina di un’edizione del Tao Te Ching, che da ragazzino mi catturava incredibilmente e dalla quale ho provato ad imitarne lo stile. Ma da qui si procede in modo parecchio caotico… Molto cinema, fotografia, scenografia teatrale, certa scena indie nei video-game, per cominciare. Mi impongo quotidianamente almeno un’ora di ricerca in campo creativo, visto fra l’altro che gestisco un sito di ispirazioni. Un altro ruolo chiave lo hanno le persone e gli incontri, spesso sono la maggiore fonte di ispirazione anche se apparentemente in forma indiretta.

    03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

    Anzitutto tendo sempre a schivare i termini “video-artista” e “arte”. Non sono etichette che mi competono, che ci si possa auto-affibbiare con nonchalance. Ho sempre preferito l’ambiguità fumosa del termine “creativo”. Chiarirò questo, ciò che voglio è semplicemente essere diverso domani rispetto ad oggi. In un’altra posizione ed un altro punto di vista. Costi quel che costi, e coi miei limiti. Non voglio ridurmi ad essere solo me stesso per tutta la vita. Questa credo sia la mia massima aspirazione, sia umana che relativa a tutto ciò che faccio.

    04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

    Più che messaggio si tratta di suggestioni. Amo il termine suggestione, perchè si relaziona all’inconscio e all’impatto che da video-artista ricerco sempre. Amo la tensione, provare a renderla, viverla, credo sia un fil rouge di ogni cosa che faccio. Non cerco risoluzioni ed equilibri nei miei lavori, ma il tendersi, il volgersi verso, spesso in posizioni scomode, uno sforzo quasi fisico coi tendini in mostra, che coinvolga il corpo anche se indirettamente. Non a caso prima ho parlato di musica, non a caso mi affascina il movimento attraverso varie accezioni. Un’altra suggestione per me importante è l’impatto col mistero femminile. Per me il mistero più bello e inconoscibile e struggente dell’universo. Si tratta di un mondo intero, un ecosistema, un paesaggio completo in per sé stesso, fragile ed indistruttibile. Infondo tutto ciò che faccio è una lettera d’amore e al contempo un modo per scoprire o immaginare ciÚ che si cela dietro al mistero. Stranamente, persino nei lavori che sembrano meno legarsi alla femminilità essa c’è, magari in un tratto o nel modo in cui compare un’idea.

    05. Che cosa vuol dire underground per te?

    Se penso ad underground, per un video-artista penso ad un muoversi dal basso. Che per me è il movimento più autentico e potente. Come dire, qualcosa che sale dalla pancia per coinvolgere tutto il corpo, tutto quanto l’attorno. Chi parte dal basso lo fa per necessità, lo fa per un sentire irrefrenabile, lo fa perchè proprio non può fare altro. Ed in questi casi è necessario condividere, trovare urgenze simili alla tua, ed è allora che diventa un movimento. E conosco bene cosa voglia dire questa urgenza fuori dai circuiti, venendo da una realtà piccola e dimenticata come Rovigo. C’è bisogno di questo, l’underground è il luogo mentale e di condivisione di questo movimento che parte dalla pancia.

    This is what detox feels like – short film for BBC’s Drugsland series from Martino Prendini on Vimeo.

    Grazie Martino, a presto!

    Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
    Alcuni preziosi links:

    Video di Martino Prendini


    Rozza - cultura

    Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

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      News

      Pum Factory Festival 2016: Presentazione

      copertina

      Il limite, argomento sempre più attuale sul fronte sociale ma anche su quello culturale: “come superare il limite dettato dal corpo, dalla fisicità e attraverso il veicolo artistico trovare nuovi percorsi e slanci per farlo”.

      Il limite allo stesso tempo rappresenta la territorialità, il luogo dove la comunità nel corso dei secoli ha sviluppato le proprie radici e la propria storia. Gli strumenti tecnologici ci permettono oggi dallo spazio limite di estendere le nostre radici (idea storia cultura) superando nuovamente un limite non solo fisico, ma anche temporale.

      Ad esempio: dal punto di vista fisico il suono, e così ogni suo aspetto comunicativo, dal rumore alla musica, è l’incontro di due momenti: lo spazio e il tempo. Il mutare di questo incontro, la sua manipolazione, è già un evento che va oltre la comunicazione, è già comunicazione avvenuta e possibile, è la dimostrazione che si può superare il limite fisico con l’inventiva e la creatività, fino anche ad ipotizzare universi in cui il suono oltrepassa anche lo spazio e il tempo e diventa materia, diventa immagine istantanea prima.

      Al contrario: ci sono limiti e ci sono mezzi per superarli, ma gli stessi mezzi aiutano anche a conoscere comprendere meglio gli spazi dove viviamo, i modi in cui viviamo i confini che ci creiamo, i quali sono anche necessari per delimitare un’area di acquisizione di un prodotto artistico, una zona di fruizione, un momento in cui siamo tutti nello stesso posto allo stesso tempo.

      Lo scopo di questa seconda edizione sarà andare oltre la semplice presentazione dei mezzi tecnologici ed artistici con i quali di solito operiamo ma sarà volto alla prima creazione di una nuova comunità artistica che già ha una padronanza del limite e possa muoversi nella direzione univoca, ma anche contraria, ma anche diffranta attraverso diversi ostacoli e appunto “limiti”.

      Lo spazio dove potersi incontrare e dare vita così ad un momento e una nuova spaccatura unica nella nostra storia personale verrà messo a disposizione per unirsi, lavorare insieme, creare, distruggere, performare, dare forma e senso a tutto ciò che desideriamo chiamare la nostra arte, senza preconcetti e senza tabelle di marcia, ma solo squarci.

      TANIA FILIPA Factory Asks

      Tania Filipa

      When rhythm is like geometry

      Tânia Filipa is a very recognizable graphic designer from Lisbon, Portugal. The work of self-taught Portuguese artist Tânia Filipa embodies an abstract vision. Her project is running since March 2013 and she has worked with a variety of clientage, from start-up labels to “big” labels and clients. The visual project is immensely connected to electronic music influence. The main influence present in all projects is minimal art. Simple, objective and catchy. Her approach is very striking and bold creating a beautiful outcome that combines an extremely strong and formal reduction in the use of neutral colors based products. Lines, circles, triangles, and squares it’s always part of the process, the beauty on simple elements it’s what she stands for.

      01. How did your artistic career as a graphic designer begin?

      My artistic career began around 2011/2012. The interest in Graphic Design was something that grew up naturally by seeing the work of others at the time, in my home country Portugal (for me it made no sense the Art that was being associated with certain projects).

      refresh tania filipa
      Tania Filipa for Refresh

      The first projects I did were only meant to be shared with friends and to try to give them a different perspective of what could be done in a matter of Art – Music relationship. The feedback at the time was insanely good, I was not expecting it at all. I just started by doing some very basic stuff on Photoshop and later on, I started using Illustrator and Corel Draw to really create my own original pieces of artwork.

      I must say this all happened because of a dear friend called Diego Ortiz, who encourage me to take things to the next level and to get more serious about what I was creating… That I could actually have a future with the Art I was creating in the Electronic Music scene. I wasn’t as positive as he was I must admit, however, I gave it a try in early 2013, choose a name for the project, launched a website, started contacting some labels, and it has been growing ever since! I’m very happy with my achievements so far and I hope to keep contributing more and more with my Art in the Electronic Music world.

      02. What are your main sources of inspiration?

      My work as a graphic designer is mainly inspired by… Myself. My thoughts, the way I like to see things. It’s very simple, minimalistic and abstract, I love neutral colors, I love small text, I love to keep it consistent… But the key element is of course… Music! When I’m working, I’m always listening to music, discovering new artists, listening to something related to the project who hired me… It all started because of Electronic Music, so it is the key element! Of course, there are also a lot of Designers that have done exquisite projects that also inspire me like Network Osaka; Ray Sison a.k.a SkilledConcept and Ross Gunter.

      03. As an artist what is your maximum aspiration?

      My maximum aspiration is to always work with people who understand the message that I’m trying to pass. People that love my Art and that trust me completely when it comes to finalizing a project that they requested. It’s very important for me to be surrounded by people who make me comfortable, and that does not pressure me by confining my creative process. People who see the same beauty in Abstract Art as I do. So, basically as long as I get to do what I love, with people who love to see and also connect themselves with what I, I can say that I’m fulfilled.

      Tania Filipa
      Tania Filipa for Alex Harmony
      04. Is there a characterizing message related to your work?

      Yes for sure, the message behind my work as a graphic designer is that less is more! You can always see more and understand more with less to look at. My work is done around simplicity and what can be achieved by… Personally I think the more Info you put on a Flyer, for example, the fewer people actually see what that Flyer is trying to transmit you. So it’s always good to keep things at a level where it’s harmonious. For me, nothing else makes more sense than something Minimalistic and full of Geometry!

      05. What does underground mean to you?

      Well… Lately, it seems to be such an “ordinary” word, people who have no clue about how it all began, what it stands for, or even when it began, say that they are underground, that they “live” for the underground. Unfortunately, it seems to be like a plague nowadays, it’s more of a status than a movement for the majority. However for me, it stands for roots, I love to watch documentaries about it, about how it expanded, how it all started… Underground for me right now, means not a crowded place, not a trendy DJ and people around me that I have never seen before in my life, just dancing…

      Thank you Tania!

      Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
      Links:

      TF Concept Design on Facebook

      Latest works

       

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      Rozza - cultura

      Edited by Domenica Carella. Domenica in arte Rozz Ella è una DJ impegnata e appassionata di musica elettronica. Il suo percorso artisitico nasce nella sua città di nascita (Taranto) e si sviluppa a Pisa, nei centri sociali e non solo, legali e non. Da ultimo la vediamo sulle frequenze della bass music con Neanderthal della crew di Space Vandals e come resident per il format ClubCultura al Caracol Pisa. In passato ha collaborato con la redazione di AutAut.

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        ROADS by PUM Art novels and stories

        Ultima graphic novel

        CAPITOLO 1. L’OMBRA

        TAVOLA 1 ULTIMA
        Copyright Ultima Graphic Novel; L’ombra

        tavola 2
        Copyright Ultima Graphic Novel; L’ombra

        tavola 3
        Copyright Ultima Graphic Novel; L’ombra

        tavola 4
        Copyright Ultima Graphic Novel; L’ombra

        tavola 5
        Copyright Ultima Graphic Novel; L’ombra


        Edited by Roberta Ada Cherrycola www.instagram.com/ada.cherrycola

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          Teresa Basili Factory Asks

          Teresa Basili

          Il “Make-up”, una nuova forma espressiva

          Una giovanissima make-up artist, Teresa. Nasce il 12 novembre del 1990. Inizia a studiare musica da parecchio piccina con il pianoforte. Tra amore e odio iniziali riesce a farselo amico fino ai 20 anni, lasciandolo poi per trasferirsi a Milano dopo aver frequentato il Liceo Artistico Musicale di Lucca, per iniziare gli studi di scenografia all’Accademia di Belle Arti a Brera. Dopo la laurea intraprende quello che sarà il suo futuro da make-up artist alla scuola di trucco BCM di Milano.

          01. Come hai intrapreso il percorso artistico del make-up?

          Fin da piccina mi dilettavo a colorare la faccia di mio fratello con le matite acquerellabili bagnate sputandoci su, ma finiva sempre a schiaffi. Ho iniziato frequentando il corso di scenografia all’accademia di Milano. Un giorno dall’aula accanto alla mia spunta una donna che aveva i capelli come Doc di Ritorno al Futuro, era un’insegnante. Chiese se ci fosse qualcuno disponibile a fare da modello per un ragazzo che doveva realizzare un trucco teatrale… : “vengo io!”. Così mi sono fatta impiastricciare la faccia e mi sono innamorata per la prima volta nella vita. Quando ho iniziato la scuola per truccatori ho incontrato di nuovo la donna con i capelli di Doc, è stata la mia insegnante di effetti speciali. Ho iniziato così.

          TERESA BASILI make-up
          Foto: Nicol P. Claroni
          02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

          Tutto. Qualsiasi cosa io veda, senta, tocchi o ascolti. Sono molto curiosa, questo mi aiuta. Quando lavoro per commissioni, che siano film o spettacoli teatrali, faccio mille ricerche per capire cosa vogliono e come arrivare al progetto finito. Quando lavoro per i miei progetti di make-up personali faccio la stessa cosa ma sentendomi molto più libera. Do sfogo a quello che penso perché è il mio progetto e posso scegliere ciò che voglio, dire e trasmettere cose molto più personali.

          03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

          Poter riuscire a creare, esprimere attraverso corpo e colori in totale libertà. E allo stesso tempo trasmettere sensazioni, di qualsiasi genere, agli altri.

          TERESA BASILI make-up
          Foto: Nicol P. Claroni
          04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

          Credo di si, nei miei progetti esiste sempre un tema che è quello del doppio. della specularità, bianco e nero. E bianco e nero siamo noi, un dualismo di cui non ci libereremo mai.

          05. Che cosa vuol dire underground per te?

          Underground è la creatività che non viene trasmessa attraverso i normali canali commerciali, è sperimentazione libera da ogni vincolo imposto.

          Concept Foto di Nicol P. Claroni, Make up di Teresa Basili

          Grazie Teresa per la tua disponibilità e la bella chiacchierata, a presto!

          Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
          Links:

          Sito Web di Teresa Basili


          Edited by Roberta Ada Cherrycola www.instagram.com/ada.cherrycola

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            PLATO - AWAKE Factory Asks

            PLATO

            L’Underground come laboratorio

            Musicista di formazione pianista, di sicuro uno dei talenti nascosti del bel paese. Vi presentiamo oggi su Factory Asks un caro amico, Pasquale Lauro in arte Plato.

            Ho iniziato con la musica nel 1996, con dei compagni di scuola ci trovavamo davanti al Teatro Regio di Torino per ballare e fare freestyle su beat registrati un’ora prima a casa. Da lì a poco avrei iniziato a fare qualche serata in alcuni locali torinesi. Ho studiato chitarra classica e pianoforte presso il Centro Jazz di Torino suonando poi negli anni in parecchi progetti, spesso band o collettivi. Tra i miei collaboratori/amici storici, con i quali lavoro tutt’ora, figurano Imo, ottimo producer (con cui seguo il progetto Unlimit in collaborazione con il cantante e performer londinese Randolph Matthews) e Mdns che da sempre cura tutto l’aspetto grafico e visual dei miei lavori.

            01. Come hai intrapreso il tuo percorso da musicista?

            Ho iniziato quasi per caso. Avevo 14 anni e un giorno con altri due amici trovammo un annuncio: vendevano due technics usati, un mixer 2 canali di una marca sconosciuta, due casse passive e un amplificatore, più una raccolta di vinili di musica elettronica di svariati generi, dance, trance, progressive e hardcore alla modica cifra di 900 mila lire. Perché non approfittare? Uno dei due amici aveva una stanza poco più grande di uno sgabuzzino e il giorno dopo l’acquisto iniziammo a metterci sui piatti a fare pratica, tutti i pomeriggi lì a macinare dischi. Poi dopo poco tempo mi venne voglia di iniziare a produrre, fu quell’anno che scoprii i primi software. Iniziai con Acid 1.0 della Sonic Foundry e da lì, passando da un po’ di generi, non ho più smesso.

            PLATO - AWAKE
            PLATO – AWAKE
            02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?

            Come musicista, cerco di ispirarmi con qualsiasi cosa mi capiti sotto gli occhi, musica, libri, un articolo, un concetto, un avvenimento, tutto può servire per scrivere un pezzo o tirare giù un beat. 

            PLATO LIVE
            PLATO-AWAKE

            Ho sempre lavorato su un mio suono cercando di rimanere sempre attuale ispirandomi anche a generi diversi dall’elettronica. Per citare alcuni dei miei artisti preferiti al quale spesso mi ispiro: Apparat, James Blake, Synkro, Robot Koch, l’italianissimo Clap! Clap!, Jon Hopkins.

            03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?

            Credo che la massima aspirazione, per me come per la maggior parte degli artisti, sia creare cose che piacciano a se stessi e poi agli altri in una misura sempre più grande.

            04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?

            Il messaggio che credo accomuni tutti i miei lavori da musicista è di matrice emotiva, suoni che cercano di traghettarti oltre l’estetica di genere. Nei pezzi cerco sempre di bucare in profondità, di catturare l’attenzione ma a livelli più profondi, mi piace creare tessuti sonori riconducibili in un periodo storico ma che superino il tempo e mi auguro di riuscirci.

            PLATO LIVE
            PLATO – LIVE
            05. Che cosa vuol dire underground per te?

            E’ il laboratorio per un musicista, la base senza la quale il mainstream non potrebbe esistere. E’ li che avviene la vera sperimentazione, dove ci si sporca le mani insomma, l’esempio più famoso è il dubstep, in cima alle classifiche grazie alla devozione e la passione di a producer come El B, Skream. o Burial. Gente come Skrillex deve molto a loro. In ogni città è sempre importante avere uno o più zone dove l’underground possa crescere e svilupparsi, purtroppo qui a Torino negli ultimi anni tutto ciò è venuto a mancare con la chiusura di posti come i Murazzi, centro nevralgico non solo della movida ma anche di tutti i movimenti sotterranei.

            PLATO LIVE
            PLATO LIVE

            Grazie Pasquale, un abbraccio!

            Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
            Links:

            Bandcamp

            Sideshape records


            Edited by Daniele V. One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.)

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