La Musica al Centro, e in particolare l’Electro
Intervista all’artista e produttore romano Direct Y
Oggi ci sposteremo nella musica della Capitale per Break the Wall. Si, avete capito bene, quella Roma della “rave generation” e parleremo di Underground: quello fatto di spazi sociali e di energie positive in cerca di una collocazione “stabile” sul territorio; di Club Culture e di aggregazione. attorno alla musica.
Oggi esploreremo l’Electro con la “E” maiuscola. Non si tratta di una moda effimera, ma piuttosto di una perpetua parte di un percorso musicale che ha abbattuto le regole del tempo.
Si avete capito bene! Oggi parleremo di produzione musicale indipendente.
Lo faremo con un artista davvero interessante e poliedrico, passando attraverso la sua “spaziale” label.
Oggi vi presentiamo con molto piacere, Fabrizio Rega aka Direct Y che assieme al socio Ivan Zanon (AHK) ha fondato da anni quella splendida realtà musicale che si chiama Nodezero Electronics e nella quale possiamo ridefinire il suo Electro made in Roma.
Se vi va di perdervi tra le loro produzioni, vi assicuriamo che ne rimarrete colpiti. Troverete dei suoni “nuovi” ed energici accompagnati a delle ritmiche coinvolgenti e con quel pizzico di oscurità che ti lasciano semplicemente a bocca aperta. Prima di continuare, vi consigliamo di prendere un po’ di tempo. Alzate il volume. Se vi siete persi il precedente numero di #BtW, oppure è la prima volta che vi trovate qui, questa è una rubrica di UNDER-BLOG che vuole portare nuova conoscenza nella Cultura Club, ogni volta con il prezioso e fondamentale contributo degli ospiti che intervengono.
Un vero e proprio percorso di ricerca nella speranza di contribuire a riscrivere una nuova pagina di CC! Buon Viaggio!
Chi sei?
Mi chiamo Fabrizio, sono di Roma, faccio musica elettronica con lo pseudonimo Direct Y e sono un papà.
Quale musica elettronica ti rappresenta?
L’Electro.
Quando è iniziato questo amore?
Vengo da un quartiere (Ostia Lido) dove nei primi 2000 la mia generazione aveva già un’eredità elettronica che veniva direttamente dal territorio.
Ad Ostia esisteva una realtà chiamata Spaziokamino (SPZK), che negli anni 90 è stato parte di un movimento culturale “rave”, poi sgomberato nel 2001. Da questa esperienze le energie e i giovani attivi della zona furono dislocate su diverse realtà e posti che non citerò.
Personalmente ho contribuito con degli amici all’organizzazione di party fatti con energie totalmente locali e senza guests, a meno di qualcuno che aveva più esperienza degli altri. Il contesto prevedeva l’interazione con l’audio, la console, l’acid techno e una non semplicissima gestione di situazioni sociali che includevano il consumo di sostanze stupefacenti.
“Energie locali, senza guests, e con la musica al centro”
In quel periodo facevo musica con un collettivo chiamato AudioResistance che già da diversi anni faceva uscite e compilation rivendicando un modello do it yourself e no copyright. Eravamo discretamente attivi sia nella produzione che nell’ascolto di materiale e ci sono ancora testimonianze del lavoro di quegli anni. Anche se non c’era un riferimento ad una vera e propria produzione discografica, molti artisti che parteciparono al progetto erano validissimi e sono tutt’ora attivi.
Successivamente a quell’esperienza nel 2010 ho creato il collettivo Nodezero che è poi divenuto la label “Nodezero Electronics” portata avanti da me e il mio socio Ivan (AHK) incentrata sullo stile Electro, che ormai era divenuto per me un riferimento che mi permetteva di spaziare tra viaggi cosmici e break più orientati al dancefloor.
Cosa ne pensi della Club Culture nella tua città e oltre?
Roma è una grande città e inevitabilmente ci sono diversi club che fanno musica e proposte interessanti, ma è un sistema fatto di piccole organizzazioni, guests e tanto capitalismo.
Credo che in tutti questi anni non sia stato raggiunto un obiettivo a parer mio fondamentale: quello di alimentare le scene musicali del territorio. La mia città è un grande contenitore di energie e di tanti artisti che non hanno nulla da invidiare a nomi affermati del settore, ma ci sono poche valvole di sfogo, il confronto con la maggior parte dei proprietari dei locali si fa con i numeri e si rischia di incappare in pericolose avventure con alte possibilità di fallimento economico.
“Bisognerebbe alimentare le scene musicali del territorio”
La chiave potrebbe essere proprio la lungimiranza dei proprietari e dei gestori di club, chi di questi ha un background specifico ed è spinto dalla passione e dall’amore per quello che sta facendo, ha in mano un’arma potentissima. Bisogna metterci dentro la Culture, altrimenti è solo un Club, per quanto confortevole esso sia.
Quali sono le principali criticità?
Forse le ho appena descritte.
Cosa possiamo fare per migliorare l’attuale Club Culture?
Non credo di avere la soluzione in tasca, probabilmente si tratta di investire cercando di far parte di un network incentrato sulla musica e costituito da produttori, dj, etichette, studi, tecnici, negozi di dischi, uffici stampa, club e distribuzioni, che si supportano a vicenda e mirano a creare solidi rapporti, spinti da un’energia di base: la musica, che dovrebbe essere sempre al centro della narrazione.
E quali sono i pro (e i contro)?
Domanda di riserva?
Quali sono gli aspetti positivi del fare musica al giorno d’oggi?
Fare musica, come le altre forme d’arte, ci permette di distrarci per un po’ dall’implacabile ritmo della nostra società globalizzata, di prenderne dei pezzi, rielaborarli e “talvolta” rivomitarli con eleganza ed ispirazione.
Quali sono le sensazioni che hai verso il tuo ultimo EP / album?
Sono molto positivo (nonostante mentre sto scrivendo le risposte a queste domande mi trovi in isolamento per lockdown covid-19) e nell’ultimo periodo ho collaborato con diverse persone, artisti che sono poi divenuti degli amici. La mia etichetta, Nodezero Electronics, ha diverse uscite su cui lavorare ed è in corso di preparazione “Spin Sonic Division 3”, compilation annuale che rappresenta a pieno la rete che siamo riusciti a costruire partendo proprio dal territorio, che come di consueto conterrà un mio pezzo. Consiglio vivamente di ascoltare la precedente, “Spin Sonic Division 2” a volume sostenuto.
Links:
Direct Y – The Electric Sheep – intervista su The Formant
BIO (EN – written by Mischa Mathys)
Direct Y, aka Fabrizio Rega, has forged a unique musical sound from the Electro language of machines. It’s a language the artist knows intricately, translating it for the dystopian club land of Italy through tech-hybrid tracks that range from Electro to four to the floor Techno. Making his initial mark in 2006 with the aptly titled Human Vs Computer, Direct Y cemented the ideas behind his music within the bowels of the no-copyright project, Audioresistance.
It was through this project where his abstract view of the dance floor was first established, taking its cues from the underground rave scene of Rome and classic science fiction novels. Nodezero followed in 2008 and alongside AHK, Direct Y has been using the outlet to deliver the subterranean sounds of Europe’s nightlife to the world including that of the collective’s two remaining members.
The project, re-launched in 2012 as the independent label Nodezero Electronics, has been a nurturing environment for both AHK and Direct Y, allowing the latter the freedom to mature and develop his artistry since 2012, and leading to the seminal EP, Electric Sheep.
Direct Y continues to be a staple in Rome’s underground electronic scene while his work persistently finds new avenues of exploration in the realm of the electronic beat, decoding the language of machines.
Edited by Daniele V.
One of the founders of the PUM – Pisa Underground Movement. Devoted to electronic music and its cultural background. I started writing to accomplish the need to tell what’s going on and track change about our activities, and I found new energies and interests.
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