L’Arte come laboratorio per le nuove generazioni
In questa puntata di Factory Asks vi presentiamo il lavoro di Elena e Francesca, due giovani artiste che hanno fatto della loro passione per l’arte un laboratorio di crescita per le nuove generazioni.
Ciao! Mi chiamo Elena, 30 anni (a maggio ahimè 31!), laureata in storia dell’ arte all’università di Firenze. Dopo un’ esperienza in galleria mi sono avvicinata al mondo della didattica per bambini, sviluppando un laboratorio legato all’arte grazie ad alcune collaborazioni prima su Firenze poi con associazioni del territorio lucchese.
Invece io sono Francesca Pucci, classe 1983. Mi sono diplomata alla scuola di fotografia APAB di Firenze. Collaboro con festival di cinema e riviste di musica e da circa un anno e mezzo gestisco un laboratorio artistico per bambini e ragazzi insieme ad Elena.
Come nasce il tuo interesse per l’arte? C’è un momento che ricordi in particolare?
Elena | Il mio interesse per l’arte nasce alle scuole superiori. Inizialmente i piani erano altri, ho fatto il liceo scientifico linguistico perchè volevo diventare interprete e girare il mondo, poi al terzo anno, grazie ad una professoressa di storia dell’arte, arriva la folgorazione. L’arte antica, il rinascimento, il ‘600, l ‘800 e le Avanguardie, Picasso. Musei, mostre, libri d’arte erano diventati la mia priorità! Finito il liceo non è stato difficile scegliere a quale facoltà iscrivermi.
Francesca | Ero davvero piccolissima. Mi nutro di arte da sempre. Dalle elementari le materie artistiche erano le mie preferite e a 14 anni ho scelto di frequentare l’istituto d’arte ad occhi chiusi. Da ”grande” la passione artistica è spaziata nel cinema e soprattutto nella fotografia. Il percorso è stato lungo e tortuoso, ma è stato ed è ancora bello, sperimentare, sbagliare e imparare. Tanto.
Che esperienza hai nel campo culturale?
Elena | Le mie esperienze più importanti fino a questo momento in ambito culturale riguardano i bambini e il laboratorio d’arte a loro dedicato. Citerei i laboratori di due anni fa durante il festival Cartasia. Lì ho avuto carta bianca per progettare visite giudate e laboratori creativi. Più recentemente ho avuto modo, insieme a Francesca, di portare alla scuola primaria di Capannori dei laboratori di avviamento alla fotografia, ideati e progettati interamente da noi.
Francesca | Come fotografa mi occupo di fotografia di musica e cinema. E’ impossibile per me non pensare alla fusione di queste arti tra di loro. Nell’ultimo periodo le mie esperienze in ambito culturale hanno spostato l’attenzione anche sui bambini lavorando insieme a Elena.
Quali sono i maggiori ostacoli che hai incontrato (o che incontri) nella tua realizzazione professionale?
Elena | Gli ostacoli più grandi riguardano soprattutto la resistenza riguardo l’arte contemporanea, che spesso non viene capita o è ritenuta non adatta ai bambini. In una città piccola come Lucca poi è difficile farsi strada tra associazioni o realtà già ben radicate nel territorio. Devo dire però che in alcuni casi ho trovato molta collaborazione e interesse e sono riuscita a concretizzare alcuni miei progetti.
Francesca | La diffidenza dei “grandi”.
Quali son state le più grandi soddisfazioni fino ad ora?
Elena | Credo che la più grande soddisfazione sia vedere i bambini incuriositi e interessati a un linguaggio artistico nuovo per loro. Appassionarli all’arte contemporanea è il mio obiettivo principale e loro mi ripagano dieci volte tanto!
Francesca | Gli occhi incuriositi dei bambini. Ma anche le loro risposte inaspettate. I bambini sono degli osservatori e dei creatori di immagini puri!
A cosa stai lavorando al momento?
Elena | In questo momento sto portando avanti un progetto di fotografia insieme a Francesca. Dopo l’esperienza alla primaria di Capannori vorremmo coinvolgere i ragazzi delle medie e avvicinarli alle tecniche e al linguaggio fotografico. Personalmente sto lavorando con una cooperativa che gestisce la didattica del Centro Pecci e altri musei tra Prato, Pistoia, Pescia e Montecatini.
Francesca | Come ha già detto Elena, vorremmo avvicinare sempre più bambini e ragazzi al mondo della fotografia e dell’arte in generale, riuscire a nostro modo ad educarli a leggere le immagini che ci circondano e quelle che stanno nella loro immaginazione.
Perché hai scelto di lavorare con i bambini/adolescenti?
Elena | I bambini sono ad oggi i miei unici interlocutori per quanto riguarda l’arte! Sono curiosi, senza pregiudizi, senza schemi, sinceri. E arrivano al cuore delle cose. Sono capaci di capire Pollock o Fontana meglio di qualsiasi critico d’arte!
Francesca | Perché sono puri. Perché dovremmo re-imparare anche noi a vivere il mondo attraverso i loro occhi. E a raccontare storie attraverso le loro voci.
Come vedi il panorama artistico italiano? Quali i punti di forza, quali di debolezza?
Elena | Lo vedo un po’ stagnante, non c’è ancora quella spinta decisiva, non si investe a dovere, l’arte è ancora argomento di serie B. Credo che le cose più interessanti siano al di fuori dei circuiti ufficiali, penso alla street art ad esempio. Il mondo dell’arte è sempre più eterogeneo, così come i mezzi espressivi. Per quanto riguarda l’arte italiana, forse sta perdendo un po’ quella capacità di saper parlare del proprio tempo, di essere specchio della società.
Francesca | Sottovalutato, purtroppo!
Grazie Francesca, grazie Elena!
Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista
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Edited by Nicol P. Claroni
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