Nome progetto 0015: C.A.C.C.A. – Cose A Caso Con Attenzione
BIO
Siamo 5 ragazzi della provincia di Parma: Stefani è curatrice, Matteo artista, Francesco graphic designer e (all’occasione) giardiniere, Giacomo è artista anche lui e io, Nicola, studio antropologia. Siamo un po’ sparsi per l’Italia e C.A.C.C.A. è anche una buona occasione per tenerci legati tra di noi.
01. Come e da dove è nata l’idea di fondare la vostra rivista?
L’idea è nata a un film festival: avevamo appena visto un cortometraggio sulla storia di una fanzine, abbiamo fatto mente locale e ci siamo resi conto che frequentavamo le persone giuste per fare qualcosa di simile anche noi. Giacomo è un grande illustratore e aveva già partecipato a una fanzine bolognese, Francesco aveva la passione per l’editoria e io quella per la scrittura. Abbiamo cominciato in tre ma dopo poco si sono aggiunti anche Matteo e Stefani, che hanno permesso che la cosa potesse diventare un po’ più seria.
02. Vi siete ispirati a qualche magazine già esistente? O in generale cosa vi guida nelle vostre scelte editoriali?
Direi che per il momento le scelte editoriali sono state poche: ci siamo limitati a decidere il “format” all’inizio, dopodiché ogni numero nasce da idee condivise con i vari collaboratori (e non l’avevo ancora detto, ma tutti possono diventare collaboratori di C.A.C.C.A., basta scriverci su facebook!) e per noi della redazione si tratta soltanto di fare una selezione dei lavori che potranno trovare spazio sul numero che stiamo curando e di impostare l’impaginazione.
03. Come finanziate la stampa dei vostri numeri e quali tecniche di stampa usate?
Abbiamo un amico tipografo che ci ha letteralmente salvati; si è appassionato alla rivista e ci permette di avere stampe di alta qualità a prezzi accessibili per una realtà piccola come la nostra.
04. Qual è il messaggio principale che vorreste comunicare tramite la vostra zine?
Noi cerchiamo di dare spazio a persone che sappiano fare qualcosa di bello – qualunque cosa possa voler dire. La sfida è quella di stimolare persone, che in parte sono nostri amici e in parte perfetti sconosciuti, a produrre qualcosa di nuovo ogni volta e a dare un’interpretazione interessante della parola chiave del numero.
05. Che cosa vuol dire underground per voi?
Per noi underground vuole dire essenzialmente fare un po’ quello che vogliamo: pochi vincoli editoriali, grande libertà e un lavoro che rimane più sul versante dell’artigianato che su quello industriale.
06. Quanto sono importanti secondo voi occasioni come il festival per promuovere i giovani creativi locali e cos’altro vorreste che venisse fatto in questo senso?
Sono indubbiamente occasioni molto importanti. Soprattutto all’inizio non è facile trovare un proprio spazio, e quando capitano eventi di questo genere è bello trovarsi tra persone che fanno la stessa cosa, pur abitando magari a centinaia di chilometri di distanza. Ci si scopre, alla fine, sempre sulla stessa barca.
| The Factory | C.A.C.C.A. |
“Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista.”