Una riflessione aperta tra invecchiamento del club e le nuove scene
6a puntata di Break the Wall, questa volta con un caro amico: Marco Dragoni, classe 1977, membro fondatore della crew Casseurs Foundation con cui organizzava la storica HipHop Convention “Panico Totale”.
Dj e ricercatore musicale dalla metà degli anni 90, organizzatore di eventi legati alla street cultur; musicalmente nasce come selecter di rap e reggae, partecipa attivamente al progetto drum’n’bass di Nu Combo agli inizi dei 2000, per poi tornare a sonorità più black nelle serate organizzate dal collettivo Black Friday assieme agli amici Herrera e Padella per citarne alcuni. Nel 2005 crea Sanantonio42, negozio di street wear, skateboards, graffiti e dischi, ma soprattutto un punto di riferimento per tutta la scena locale che attualmente gestisce con il socio Dj Pzzo.
In 2 righe, che cos’è per te la Club Culture?
Drago: – “Posso dire che la CC non è solo quello che si trova dentro un club durante un party, però dentro a un club vorrei trovare un buon impianto audio prima di un bel bancone del bar. Ho troppo rispetto per la musica soprattutto per le sensazioni che mi da.
Un disco che secondo te la rappresenta?
Sono troppi i dischi che rappresentano questa cultura. Faccio fatica a dire anche un solo genere che mi piace, per me è fondamentale avere un approccio di ricerca, per questo quando mi chiedono cosa preferisco vado in crisi. Però mi fido sempre di chi ne sa più di me, cerco di seguire i loro consigli e così facendo espando le mie conoscenze.
Le persone frequentano sempre meno i club. Molti chiudono, anche in paesi “avanti” come la Germania.. Che cosa potremmo fare qui? Cosa manca? E che cosa andrebbe cambiato?
I club cambiano a seconda dei mutamenti sociali, se la maggior parte chiudono bisogna capire che qualcosa sta cambiando e analizzare se il cambiamento ha contribuito a portare situazioni positive. Un’ analisi corretta sarebbe quella di capire che tutto cambia molto velocemente. Il festival concentra in poco tempo quello che il club ti dava in un intera stagione, ma bisogna vedere quanto il fruitore assorba in un periodo così breve. Per me la discoteca ha una funzione sociale non solo economica. Quindi siamo tutti responsabili di quello che succede nel bene e nel male.
Qual’è la Club Culture che vorresti?
Quello che vorrei io non è detto che piaccia agli altri, ma si deve trovare un compromesso. Per esempio non mi piace che si generalizzi, ci sono scene che non mi entusiasmano musicalmente ma che mi hanno colpito per come hanno distrutto certi cliché. Mi viene da pensare alla Trap che considero la più popolare in questo momento, ha causato una rottura generazionale che non si verificava da tempo, soprattutto ha messo in discussione certi punti fermi tra i miei coetanei, non giovanissimi ma sempre giovani, che hanno iniziato a criticare il genere come è accaduto ai tempi del punk e della techno. Ha accelerato un invecchiamento che dovrebbe farci riflettere.”
Di seguito un bel mixtape che il Drago ha fatto per il canale mixcloud di Club Cultura con un sacco di sonorità da paesi diversi, ritimi che spaziano dalla bossanova alla nu-disco, passando per la disco e il funk!
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Edited by Roberta Ada Cherrycola
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