Smallville Records
Germania: terra ermetica, fredda, apparentemente distante dai popoli mediterranei scanzonati e umoristici. Posto perfetto per un’analisi lucida e ragionevole della società occidentale moderna. E cosa rappresenta più fedelmente a livello musicale l’ambiente odierno se non l’elettronica nelle sue varie e quasi infinite sfaccettature. Ecco perché i tedeschi sono così bravi. Dietro all’abilità a estraniarsi e al rigore mentale che unisce i puntini di una esistenza ordinata si nasconde il segreto delle grande produzioni “deep” che da parecchi anni questo popolo coltiva, crea e promuove.
Ed ecco anche perché questa terra è piena di etichette degne di nota che hanno fatto e continuano a fare la storia della cultura club nel mondo. In questo articolo ci concentreremo su una in particolare: la Smallville Records.
Una delle label più innovative e con un roaster tra i più interessanti e variegati sulla scena.
Nata dall’amore e la passione per la musica di Julius Steinhoff e Just von Ahlefeld (il duo alla base del progetto Smallpeople che esce ovviamente sotto l’etichetta di loro proprietà) e in seguito raggiunti da un altro musicista delle vicinanze, un tale chiamato Peter Kersten ai più conosciuto come Lawrence e co-fondatore di un’altra storica etichetta, la Dial Records.
In principio un negozio
La Smallville era in principio un negozio per appassionati di vinili aperto ad Amburgo dai due fondatori che solo successivamente si sarebbe trasformata nell’etichetta che oggi conosciamo con il primo Ep prodotto nell’ormai lontano 2006.
Passione, dedizione e amore per il proprio lavoro. Ecco ciò che ha sempre contraddistinto e alimentato ogni passo intrapreso dalla coppia (poi diventata un trio). A questo va aggiunta la ricerca continua di un’evoluzione prima di tutto artistica e, di conseguenza anche musicale, che rimanesse sempre e comunque unica e indipendente rispetto a tutte le altre produzioni che circondavano il panorama degli artisti coinvolti nel processo creativo dell’etichetta. Possiamo esemplificare la filosofia della Smallville con il semplice dettato:
“creiamo una casa discografica dove noi e i nostri amici faremo sempre quello che vogliamo”.
Smallville records
Poi una label per rigenerare la Deep House
Alla base di tutto c’è quindi un’estrema confidenza tra musicisti e produttori, cosa che si riflette nel suono caldo e nella nuova spinta che questa etichetta sta dando ad un genere (la deep house) che rischiava di fossilizzarsi nella nomea appiccicatole addosso negli ultimi anni.
Questo sentimento di indipendenza va ad influire su ogni decisione collegata all’uscita di un nuovo prodotto della casa discografica che debba essere fatto conoscere all’esterno. Ne nasce così una cura maniacale del dettaglio che fa la differenza e va in questo verso la decisione di affidare l’art work di ogni copertina al fumettista ed artista tedesco Stefan Marx, cosa che rende ogni Ep o Lp originale e con una propria impronta riconoscibile.
Scopriamo insieme quel sound che ha reso famosa l’etichetta di Amburgo nel corso degli anni.
Ad oggi la Smallville ha prodotto e fatto uscire 42 opere di svariati artisti. I punti forti del collettivo rispondono ai nomi di: Moomin, Smallpeople, STL, Christopher Rau, Steven Tang, Arnaldo, Jacques Bon, i già citati possessori della label Julius Steinhoff e Lawrence e ancora molti altri.
Potremmo definire il genere trattato e affrontato come Deep House ma il merito principale di questa etichetta è stato quello di ristrutturare un genere troppo inflazionato negli ultimi anni aggiungendovi scorze di numerosi altre varietà, partendo dalla techno (e come non potrebbe? siamo in Germania, patria di questa variante musicale), per arrivare fino all’ambient music o anche alla dub (STL – At Disconnected Moments) non rinunciando mai ad quel sapore jazzy (Moomin – The Story About You) che s’intravede molto spesso tra le righe degli spartiti delle produzioni degli artisti sopracitati.
Ristrutturare un genere troppo inflazionato negli ultimi anni aggiungendovi scorze di numerosi altre varietà…
Aldilà delle varianti sonore che ogni singolo artista porta con se nel suo bagaglio, quello che contraddistingue maggiormente il suono di questa label è la pulizia e la finezza di canzoni sempre eleganti che fanno un vero e proprio screening del pubblico ascoltatore, andando alla ricerca loro stesse di orecchi educati e sensibili, con l’obiettivo non dichiarato di creare un uditorio che si allontani il più possibile dai suoni commerciali e stereotipati dai quali siamo sommersi al giorno d’oggi.
L’esigenza di cambiamento e autonomia si specchiano a meraviglia in tutto ciò che questa etichetta fa e la rendono in definitiva indiscutibilmente tra le migliori e più interessanti del momento.
Dulcis in fondo la playlist Spotify con cui potrete farvi un’idea e approfondire i temi e le note trattate dalla SMALLVILLE RECORDS.
Links:
Sito web / Discogs / Catalogue
Edited by Jacopo Boni
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