FACTORY ASKS 0009: DAVIDE BALDUZZI
Nome Artista 0009: Davide Balduzzi
BIO
Mi chiamo Davide. Sono nato a Bergamo il 9 ottobre 1989 da madre napoletana e padre bergamasco. Ho vissuto dai 3 ai 6 anni nella Pampa argentina, tra gauchos e cavalli e ho ripreso il mio sentiero scolastico in Italia, a Bergamo.
Il 6 Ottobre 2014 io e la mia fidanzata, decidemmo di partire per l’estero.
La prima meta fu l’Australia, comprammo un camper, e per 8 mesi riuscimmo ad abbinare il viaggio al lavoro.
In seguito, iniziammo un lungo viaggio durato 4 mesi nel sud est asiatico, visitando molte isole dell’ Indonesia con i suoi vulcani e l’isola di Komodo; la penisola malese; l’ immensa foresta pluviale con i suoi animali selvaggi nel Borneo malese, passando poi per Singapore (la Svizzera d’oriente) e finendo nella vecchia Indocina: Laos, Cambogia, Vietnam e Thailandia con le innumerevoli risaie, cascate, templi e le affascinanti minoranze etniche.
Le modalità erano: zaino in spalla, street food, ostelli economici, ospiti da persone, ampio sorriso, cuore aperto alla vita e alla gente.
I mezzi erano: aerei, treni, navi e moltissime ore di pullman.
Passo alla prima domanda…
01. Come hai intrapreso il tuo percorso artistico?
Sebbene i miei studi non abbiano nulla a che vedere con l’arte, ho ricevuto influenze artistiche dai miei genitori: scultura, pittura, musica e fotografia.
Ho provato a dipingere, suonare la chitarra, il basso elettrico e le percussioni ma quando mio padre mi regalò la sua vecchia macchina fotografica analogica mi si aprì un mondo nuovo, un altro modo di vedere quello che mi circondava, posso dire.. uno stile di vita diverso da quello a cui ero abituato.
Notai da subito la compatibilità che aveva questo tipo d’arte visiva con il mio carattere, e la approfondii.
02. A chi o cosa ti ispiri per quanto riguarda i tuoi lavori?
La creatività può essere un attitudine innata o semplicemente un osservare, analizzare e studiare, per rielaborare a proprio piacimento. Io faccio questo, studio le fotografie dei grandi fotografi o opere dei grandi pittori, metto tutto in un “cassettino” pronto a ripescarne il contenuto al momento del bisogno mischiandolo sempre al gusto personale ovviamente.
03. In quanto “artista” qual è la tua massima aspirazione?
Sebbene con l’avvento di internet e delle milioni fotocamere in circolazione possiamo comodamente vedere e conoscere realtà sociali differenti dalla nostra, tengo comunque a dare il mio contributo con l’offrire la mia visione delle cose. Tornando alla domanda..La mia massima aspirazione è continuare ad avere energia per viaggiare, per scoprire/scoprirmi ed emozionarmi, riuscendo allo stesso tempo a trasmettere tutto questo a chi osserva i miei lavori.
04. C’è un messaggio legato ai tuoi lavori senza il quale non li chiameresti tuoi?
C’è chi scopre il proprio stile da subito, chi lo trova dopo anni di ricerca. Io ci sto lavorando, mi piacerebbe molto se qualcuno potesse vedere le mie fotografie e riconoscere il mio occhio, il mio stile, ma questo non è una mia priorità. Penso solo ad impegnarmi per creare un collegamento diretto con la mia sensibilità e la mia attrezzatura. Il messaggio legato ai miei lavori rispecchia quello che la scena mi trasmette in quel preciso momento. Se riesco a ritrasmettere le emozioni da me provate, mi posso considerare soddisfatto.
05. Che cosa vuol dire underground per te?
Un movimento che vive e si sviluppa parallelamente alla cultura di massa.
06. Che progetto hai portato al festival e cosa ha significato per te?
Al festival ho portato una piccola raccolta del mio archivio fotografico scattato nel mio ultimo viaggio nel Sud-est Asiatico.
L’allestimento di Davide al Bastione San Gallo per il PUM Factory Fest
07. Quanto sono importanti secondo te occasioni come il festival per promuovere i giovani creativi locali e cos’altro vorresti che venisse fatto in questo senso?
Complimenti e critiche sono entrambi importanti nella formazione artistica, ed è per questo che occasioni come il festival sono preziose, proprio perché danno la possibilità di avere contatto con il pubblico.
Sarebbe bello poter creare una rivista dedicata ai giovani emergenti.
| The Factory | Davide Balduzzi |
“Nessun artista è stato maltrattato durante la realizzazione di questa intervista.”