Underground Movement come pratica di resistenza culturale
Questa la locandina ufficiale del festival che è iniziato ieri nella città di Bologna, che per l’occasione diventa focolare e centro espositivo di quella che è la concreta situazione storico culturale che stiamo vivendo nel nostro paese. Si parla di musica, di reti culturali intessute tra realtà diverse ma unite sotto la stessa passione, quella per la tecnologia applicata al sapere e all’arte come binomio indivisibile dei nostri modern times. La voglia di emergere senza far rumore, ma con la speranza e la consapevolezza di stare cambiando il mondo a piccole ed indelebili dosi, nei prossimi giorni esploderà fortissima!
Ecco allora che gli Underground Movement di Bologna, Pisa, Roma, Ragusa e Barcellona (Spagna) oggi si uniscono ufficialmente e daranno vita con i loro fiati e le loro idee pazze alla prima edizione di un festival interdisciplinare che tocca musica, arte, sport e letteratura e si distribuisce in dieci spazi cittadini (Granata, InContex, L’archivio, Link, Mikasa, Oz, Spazio Malvagio, StudioBUM, MenoUnoLab, Kilowatt) fra il 20 e il 24 maggio.
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