Questa la locandina ufficiale del festival che è iniziato ieri nella città di Bologna, che per l’occasione diventa focolare e centro espositivo di quella che è la concreta situazione storico culturale che stiamo vivendo nel nostro paese. Si parla di musica, di reti culturali intessute tra realtà diverse ma unite sotto la stessa passione, quella per la tecnologia applicata al sapere e all’arte come binomio indivisibile dei nostri modern times. La voglia di emergere senza far rumore, ma con la speranza e la consapevolezza di stare cambiando il mondo a piccole ed indelebili dosi, nei prossimi giorni esploderà fortissima!
Ecco allora che gli Underground Movement di Bologna, Pisa, Roma, Ragusa e Barcellona (Spagna) oggi si uniscono ufficialmente e daranno vita con i loro fiati e le loro idee pazze alla prima edizione di un festival interdisciplinare che tocca musica, arte, sport e letteratura e si distribuisce in dieci spazi cittadini (Granata, InContex, L’archivio, Link, Mikasa, Oz, Spazio Malvagio, StudioBUM, MenoUnoLab, Kilowatt) fra il 20 e il 24 maggio.
Ci troverete in quattro quartieri di Bologna (San Vitale, San Donato, Navile, Porto).. Daremo luogo a più di una decina di appuntamenti a ingresso gratuito. Fatta eccezione per il Dimension Festival di sabato 23 maggio al Link con Fracture (UK), Moresounds (FR) e Domenico Crisci (IT).
Abbiamo deciso di dare un peso forte alla cultura, ponendola al centro. Non solo musica quindi, ma abbiamo cominciato mercoledì a Granata con un tavolo di discussione per la scrittura di un primo manifesto dell’Underground Movement e la presentazione del libro “Periferie arrugginite” di Marco Philopat e Lello Voce (che analizza la produzione di Alberto Dubito e raccoglie i contributi di U.net, Mario Maffi, Pedro Pietri, Pikaro, Paolo Giovannetti e conclude il percorso con i testi dei quattro finalisti del Premio Dubito 2014, Eell Shous, Dies, Soulcè e NDP Crew). “Il senso degli Underground Movement oggi è molto legato all’azione sulle città. Il nostro progetto guarda lontano: “Senza dubbio, la tensione propositiva dei nostri movimenti è quella di collegarci con l’estero, dove ci seguono con attenzione e con rispetto a volte maggiore a quello che riceviamo in casa”. Già da quest’anno UM raccoglie il Barcellona Underground Movement e numerosi ospiti internazionali. Non solo lo scambio con l’estero ma anche l’attenzione alla scena locale: fra i soggetti coinvolti anche gli artisti di Bolognina Arti Urbane in Movimento, nel comune interesse alla rivalorizzazione delle zone periferiche urbane.
La volontà é quella di sviluppare una piattaforma che permetta la libera circolazione di contenuti che troppo spesso non trovano spazio nei canali “ufficiali”. Underground Movement attraverso il suo portale online vuole creare connessioni orizzontali tra produttori e fruitori sviluppando una nuova modalità di dialogo: io produco ed espongo nella mia città cercando di coinvolgere le persone facendo leva sulla socialità e sulla volontà di andare oltre le logiche mercantili che dominano la scena culturale ed artistica. Negli anni ’80 una generazione è riuscita ha sviluppare contenuti nuovi, innovativi che hanno invaso il mondo ed è stato possibile grazie alle persone, persone che si sono unite formando un vero e proprio movimento. Oggi a trent’anni di distanza crediamo che l’Italia abbia bisogno di una rivoluzione simile, con gli strumenti di oggi ma con lo stesso potere rivoluzionario e creativo. Crediamo che nell’Underground Italiano sia poi possibile trovare e sviluppare quel valore aggiunto che permetterebbe di creare un vero proprio indotto, dal basso, che mantiene e sviluppa la scena come accade in Germania e Inghilterra.
You can find easily the full program here: Underground Movement
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